Filippo Cifariello

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Biografia breve di Filippo Cifariello

Filippo Cifariello (Molfetta 1864 - Napoli 1936) è stato uno scultore italiano del XIX e XX secolo. Il giovane Cifariello si forma artisticamente frequentando l'Istituto di Belle Arti di Napoli, dove la famiglia si è trasferita nel 1878; suoi maestri sono Stanislao Lista, Gioacchino Toma e Tommaso Solari. Già in questo periodo di studi I'artista comincia ad eseguire su commissione busti e ritratti in terracotta, seguendo quello che è l'orientamento del periodo nella scultura di ambito napoletano: il piccolo formato e l'attenta e vivace aderenza alla realtà. Nel 1883 Cifariello esordisce partecipando all'esposizione di Belle Arti di Roma, con alcune opere in terracotta, mentre la scultura Il ritorno a Piedigrotta, presentata alla Promotrice napoletana, nel 1884 viene acquistata dal re per la collezione di Capodimonte. Nel dicembre di quello stesso anno l'artista organizza la sua prima personale. Il periodo che va dal 1886 al 1895 vede Cifariello attivo a Roma; egli abbandona in questi anni la produzione di piccole statuette di gesso per dedicarsi a grandi composizioni in bronzo. Compie anche alcuni viaggi in Italia e all'estero; in particolare si recaa Parigi, per visitare l'Esposizione Universale. Per ben cinque anni (1895-1900) soggiorna a Pessan, in Germania, divenendo direttore artistico della fabbrica di porcellane Dressel Kister & Cie. L'artista torna allora al piccolo formato, realizzando centinaia di modelli per statuette in biscuit; realizza anche importanti busti-ritratto (Arnold Böcklin, il Principe reggente Luitpold di Baviera). Tornato in Italia, esegue il monumento equestre ad Umberto Ia Bari (1903-1905) ed espone alla Biennale di Venezia del 1903. Due anni dopo l'artista uccide la giovane moglie, ma viene più tardi assolto dalla Corte d'Assisi di Campobasso. Tuttavia egli appare molto provato dalla vicenda e stenta a reinserirsi nell'ambiente napoletano. Si reca allora nuovamente a Parigi, dove conquista un nuovo tipo di committenza, quella sudamericana. Esegue ancora numerosi ritratti e monumenti (famoso quello di Enrico Caruso, del 1920), e partecipa alle Biennali del '24 e del '26. Tra il 1930 eil 1934 è delegato del Ministero dei Lavori Pubblici per l'esecuzione di otto statue decorative per la città di Bari. La V Fiera del Levante di Bari (1934) gli dedica un'ampia retrospettiva a seguito della quale Cifariello dona alla Pinacoteca provinciale un gruppo di opere e tutto il proprio archivio personale. Lo scultore si toglie la vita due anni più tari, quando si scopre colpito da un male incurabile. Nel 1990 la donazione e l'archivio personale dell'artista sono stati pubblicati a cura dell'Amministrazione Provinciale di Bari.

FONTE: Scultura italiana del primo Novecento

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